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ENDECASILLABO

  • Immagine del redattore: TaBa
    TaBa
  • 25 gen 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 19 dic 2020

Significa verso di undici sillabe, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba ed è il verso in cui l'ultimo accento è tonico.

È il più utilizzato della poesia italiana.


DEFINIZIONE:

Verso composto di undici sillabe; il più vario di ritmo e il più armonioso e pertanto il principale nella metrica italiana; la disposizione più frequente degli accenti ritmici è sulla 6ª e 10ª (Nel mezzo del cammìn di nostra vìta) oppure sulla 4ª, 8ª e 10ª (O camerétta che già fósti un pòrto), o sulla 4ª, 7ª e 10ª sillaba (Unico spìrto a mia vìta ramìnga)

Nella metrica classica, verso di 11 sillabe.


La struttura metrica


Non è necessario il numero effettivo di sillabe, ma che l'accento dell'ultima parola del verso cada sempre sulla decima sillaba, non tutti gli endecasillabi devono avere sempre e unicamente undici sillabe.

Dante ne “L’inferno” è l’esempio perfetto: <<Mi ritrovai per una selva oscura>> di undici sillabe, con accento tonico sulla decima sillaba.


  1. mi

  2. ri

  3. tro

  4. vai

  5. per

  6. u

  7. na

  8. sel

  9. va os

  10. cu

  11. ra


Sannazaro in “Arcadia” scriveva: <<Ergasto mio, perché solingo e tacito>> di dodici sillabe, con accento tonico sulla decima sillaba.


  1. Er

  2. gas

  3. to

  4. mio

  5. per

  6. chè

  7. so

  8. lin

  9. go e

  10. ta

  11. ci

  12. to

Vi avviso che parte di questa pagina è ispirata agli insegnamenti di Wikipedia, ma vi consiglio vivamente di seguire le lezioni sull’endecasillabo del nostro Stefano Talamini che con il suo meraviglio metodo scientifico del: “tamburello con le dita” ci ha reso la vita decisamente più semplice.

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