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Livia Chandra Candiani

  • 21 mar 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 feb 2021

Chandra Livia Candiani (Milano, 1952) è una poetessa e traduttrice italiana.


Biografia


Chandra Livia Candiani è una poetessa italiana nata a Milano nel 1952.

È traduttrice di testi buddhisti e tiene corsi di meditazione.

Ha pubblicato le raccolte di poesia "Io con vestito leggero" (Campanotto 2005), "La nave di nebbia" (La biblioteca di VIvarium 2005), "La porta"(La biblioteca di VIvarium 2006), "Bevendo il tè con i morti" (Viennepierre 2007, Interlinea 2015), "La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore" (Einuadi 2014) con la quale ha vinto la XXVI edizione del Premio Letterario Camaiore, "Fatti vivo" (Einaudi 2017), "Vista dalla luna" (Salani 2019).

Per Einaudi (collana Le Vele) nel 2018 è uscito il suo saggio sulla meditazione "Il silenzio è cosa viva".

È presente nell'antologia "Nuovi poeti italiani 6" curata da Giovanna Rosadini (Einaudi 2012). Ha curato con Andrea Cirolla "Ma dove sono le parole?" (Effigie, 2015), raccolta di poesie scritte dai bambini che hanno partecipato ai suoi seminari di poesia nelle periferie milanesi.


Poetica


La poesia di Chandra Livia Candiani coglie il rischio della contemporaneità, che oggi è quello estremo: l'entrata in crisi del rapporto dell'uomo con il mondo e con l'altro (“Vedi, tutto può crollare / qui le facce come le case, / sono cinema, sono cenere.”; “l'universo non ha un centro”).

Non solo: è in questione l'estinzione della specie e del pianeta che l'accoglie, il mondo come l'insieme delle vite e delle relazioni.

In seguito alla riduzione dello spirito a tecnica e del valore a profitto, l'uomo è entrato in guerra con la terra che lo porta e l'aria che respira.

Ha paura della tristezza e del dolore, dell'impermanenza e della morte, pago di produrre “polvere d'informazione”.

La poesia di Livia Candiani rifiuta le soluzioni metafisiche entrate in crisi con la modernità (“Non serve schiodare il cielo / a caccia di segreti”) come pure un'antiteticità appiattita sull'esistente.

Essa si pone in un punto zero sostanziato da uno sguardo critico sul presente e da apertura a ciò che salva: farsi da parte dal centro che l'uomo nel corso della sua storia ha indegnamente occupato (“Qualche volta io / non ci sono e sono / tutta l'aria, sono / pulviscolo atmosferico”; “Adesso che non so più niente /… che non sei più al centro / e quello che conta non è più / al centro”); ritrovare il senso del proprio essere nel mondo (“E mi lascio / a quel non so / di cui faccio frammento”); riconoscere “che ogni acqua è santa / e ogni luogo sacro / se assente di noi”; accogliere il dolore e la gioia del mondo, abbracciarli e cantarli (“si svanisce / insieme, / nello spazio di carità / tra te / e l'altro”), testimoniarli nel linguaggio e così offrirli agli uomini (“Ti copro il mondo di parole”).

La parola poetica così si conferma modalità privilegiata del nostro familiarizzare con il mondo. Così la poesia supera una dimensione solo estetica per fare tutt'uno con la vita e diventare etica e forma di resistenza. Perché “Poesia è conoscenza e passione”.

La candiani ha recentemente rilasciato un'intervista per il canale Psychiatry Online Italia circa la sua poetica e la presenza della poesia nella sua vita (consultabili al link https://www.youtube.com/playlist?list=PLfo0vTBFX7qXEg27pKzHJDWuKV51HIKYv)


La bambina pugile ovvero La precisione dell'amore


Le poesie di Chandra Livia Candiani si rivolgono spesso a un tu variabile, che di volta in volta si riferisce a persone presenti o assenti, prossime o lontane nello spazio e nel tempo, o ancora: comunità in potenziale ascolto, entità non individuabili, la morte, parti dell'io poetante («Io ti converto in fame | mio silenzio»).

Questo tu assomiglia molto a un noi creaturale che accomuna dèi, uomini e cose in una sorta di fratellanza universale in cui l'insistenza pronominale funge più da invocazione che da individuazione.

O da «istruzioni per l'uso», come nella splendida Mappa per l'ascolto («Dunque, per ascoltare | avvicina all'orecchio | la conchiglia della mano») o la corrispondente Mappa per pregare. Della stessa serie «pedagogica» è la strofa di «istruzioni per abbracciarsi» che abbiamo messo in copertina.

Chi parla, in questi casi, è una voce sapiente ma non saccente, un soffio leggero con la forza di un vento impetuoso: il risultato di una efficacissima miscela di linguaggio quotidiano e metafore evocative, colloquialità e schemi anaforici sacrali.

Nel libro ci sono anche poesie sulla parte infantile di sé (secondo lo schema io-tu-noi-tutti) da coltivare o recuperare, poesie sul silenzio, sul desiderio; bellissime quelle sul lutto, declinate in varie fasi della raccolta, che sembrano contenere il massimo di precisione proprio quando i rapporti tra presenze e assenze sembrerebbero entrare nelle zone della vaghezza e dell'oscurità.

Le tre sezioni della raccolta sono come abbracciate fra loro, con poesie che sembrano uscire da una sezione per abitarne un'altra: un segno nel libro che ben rappresenta quel rapporto fra distinzione e unità che la poetessa indica anche fuori dal libro.


Opere


  • Sogni del fiume, Milano, La Biblioteca di Vivarium, 2001.

  • La nave di nebbia. Ninnenanne per il mondo, Milano, La Biblioteca di Vivarium, 2005.

  • Io con vestito leggero, Pasian del Prato, Campanotto, 2005.

  • La porta, Milano, La Biblioteca di Vivarium, 2006.

  • Bevendo il tè con i morti, Milano, Viennepierre, 2007. Novara, Interlinea, 2015

  • La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore, Torino, Einaudi, 2014.

  • Chandra Livia Candiani (a cura di), Ma dove sono le parole?, Milano, Effigie, 2015.

  • Fatti vivo (2006-2016), Torino, Einaudi, 2017.

  • Il silenzio è cosa viva. L'arte della meditazione, Torino, Einaudi, 2018.

  • Vista dalla luna, Milano, Salani 2019.

  • Tenerezza. Incontro con Chandra Livia Candiani, a cura di Maria Teresa Abignente, Pratovecchio Stia, Romena Accoglienza, 2017



FONTI: WIKIPEDIA

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